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La critica che Ludwig Wittgenstein muove ai presupposti filosofici del dibattito sui fondamenti della matematica lo conduce a mettere in discussione un'intera tradizione di pensiero: "Se il mio nome sopravviverà sarà solo come terminus ad quem della grande filosofia occidentale. Un po' come il nome di colui che ha bruciato la biblioteca di Alessandria". Filosofia e matematica, i due pilastri del sapere occidentale, vengono indagate dal filosofo viennese con un acume ed un linguaggio senza precedenti. Tra il non senso di una parola filosofica che gira a vuoto e il non senso di una ragione ridotta a mero calcolo, si apre lo spazio per una nuova esperienza di senso: è il gesto del pensiero come "sogno del linguaggio".